Educare alla tradizione

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Educare alla Tradizione

Lavorare sul senso della collettività

 

La tradizione è spesso il luogo “morto” di culture, lingue, espressioni artistiche, sentimenti, posture dimenticati o, nel migliore dei casi,  accantonati...

Tuttavia questo luogo è spesso anche l’espressione di un mondo diverso, di un mondo non morto ma parallelo dove queste culture acquistano un loro senso, significato, funzione.

Questo mondo diverso ha aspetti che sono interessanti anche per il mondo di oggi. La tradizione non è ricostruibile – sono marce le fondamenta che la vivificavano - ma è imitabile. E’ possibile cogliere differenze relative ad un modo di vivere le relazioni sociali diverso, ad un modello di rapporto con la comunità illuminato dal senso, dal piacere, dalla funzione della collettività.

La cosa curiosa è che questa riscoperta, questa imitazione di alcuni aspetti della “tradizione”, è proprio più vicina ad un mondo infantile che vive una vita di relazioni meno inquinate, più vicine al bisogno di partecipazione, socializzazione. Un mondo che è pervaso di elementi (la trasmissione orale dei giochi, la funzionalità delle danze, l’abitudine al gioco collettivo,...) che ricordano qualcosa della “tradizione”.

Occuparsi di questa “imitazione” con i bambini vuol dire buttare alle ortiche qualunque lavoro fatto fino ad oggi legato alla musica o alla danza popolare. Vuol dire partire da capo, vuol dire ricreare più che raccontare e riportare. Vuol dire inventare l’alfabeto di un mondo legato alla tradizione, non ad una tradizione in particolare che esisteva e che non esiste più. Significa più inventare seguendo delle orme ed uno stile, che riprendere con filologia o, all’opposto, pressappochismo. Non tanto danze della tradizione, quanto danze nuove. Almeno come obiettivo e come mezzo la pratica di danze passate per trovare un alfabeto di passi e posture con cui lavorare.

In questa giostra di invenzione e creatività basata sulle fondamenta non di una tradizione viva, ma sui rimasugli di tante tradizioni ricordate, sul valore di tanti elementi sociologici incontrati, può scaturire nuovamente quella funzione di comunicazione che ricopriva l’oggetto artistico nella tradizione (canto, danza, manufatto, festa,...) e che si è nascosta nella falsa espressione di un revival che non racconta più nulla perchè non ha nulla da dire. Riscoprire la comunicazione è un obiettivo.

Tutto questo può essere molto utile all’interno di un contesto classe. Ricercare il senso di collettività, trovare i punti comuni è utile sia per aumentare l’unione tra i bambini, che per aumentare la volontà cooperativa, l’integrazione del diverso o dello straniero e, in modo particolare, per contrastare il bullismo.

 

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